Dimostrare qualcosa con assoluta sicurezza
, è un atto molto difficile per l’uomo d’oggi . Noi del Cerchio
Verde , non abbiamo nulla da dimostrare , se mai desideriamo riportare le
esperienze che viviamo e che
avvengono al di là dei fatti della vita quotidiana :
la luce che si intravede nasce dall’ombra .
L’amore che ci dà felicità possiamo gestirlo esultando , ma il
dolore fisico e psicologico come si può gestirlo ? Specialmente quando un
famigliare muore , lo strazio fa vacillare la mente .
Solitamente viviamo sollecitati da opposti pensieri , difficile
metterci nel giusto rapporto quando
la recondita paura della morte ci
sovrasta . Dipende poi da quello che si pensa della morte e della vita e da tutte le informazioni che arrivano al cervello dai
cinque sensi , filtrate e trasmesse dalla mente .
Secondo studi scientifici , filosofici
– spirituali , la mente è organo-fisico-spirituale , perché nonostante
sia completamente “eterea” la sua esistenza dura quanto la vita dell’uomo
. E’ dotata di grande sensibilità e comunica tutte le emozioni , le
sensazioni e le azioni che l’essere umano deve realizzare coscientemente .
Però quando la mente è coinvolta per fattori turbativi acuti , subentra il
conflitto tra inconscio e razionalità .
Se le circostanze e la conduzione della vita sono serene , avremo una
mente feconda , agile , illuminata , acuta , fervida , ecc.. – se le
circostanze della vita sono avverse , avremo una mente arida , stanca ,
chiusa , gretta e ottusa ecc… se poi la vita ci coinvolge nello strazio del dolore
per la morte di un congiunto , di un figlio ,quale affetto più caro , la
mente deve sopportare come un macigno
lo straziante angoscioso
patimento e la drammaticità
lacerante del dolore .
Le informazioni dai cinque sensi , come giungono alla mente ? con
quale deformazione ? cosa succede ? Il tempo della mente si è fermato ?
Sembra che venga sollecitata inconsciamente da una serie
di azioni nervose , le cellule si affollano nel cervello spinte dalla
pressione arteriosa , impazziscono
. Questo straziante turbamento finisce per influenzare negativamente
l’equilibrio psichico e fisiologico .
La mente , nella sua organizzazione spirituale ,( esistono delle
cause che sarebbe interessante approfondire ), consente l’esistente
del rapporto fra spirito – mente – e cervello . Devo precisare
che tutto l’apparato neurovegetativo viene coinvolto in tutto il
suo agglomerato , da materie essenziali precostituite e preordinate che
fondono un insieme di sostanze
per l’essenza della cellula vitale .
Tornando
al turbamento psicologico , si comprende
il motivo perché l’essere umano
opera così diversamente anche
su fatti simili . Il fatto è che la morte è la conseguenza della vita , e
che il dolore , come l’amore, sentimento
primario della vita ,esiste con tutto lo
strazio , e non si può evitare la sofferenza perché rientra nei
termini della creazione e inevitabilmente
,si ripercuote sul mondo spirituale .
Quando non si riesce a colmare il vuoto lasciato dal nostro caro , la
confusione , la drammaticità e la lacerazione in tutto il nostro essere ,
ci induce a imprecare contro Dio ,
fino a maledirlo .
Impossibile
essere contro colui che Creò il Mondo , la vita , il palpito di ogni cuore
: di certo non è Lui la causa della
sofferenza , piuttosto , noi
siamo l’effetto ingrato di una nobile causa . Spesso siamo noi la causa
del nostro dolore angosciante , ci stringiamo al dolore e lo alimentiamo
nel ricordo di chi ci ha
lasciato . Tutto lega ad una
volontà autodeprimente e di abbandono a se stessi .
Si deve reagire allo stato doloroso , fare
qualcosa , al di là della fede , con la realizzazione della pratica
Metafonica . L’ascolto delle voci dell’al di là
porta molte informazioni inaspettate , ci aiuta
a colmare il vuoto e lenire la sofferenza . Capire il dolore
non è cosa facile , ma
non si deve subirlo passivamente ,anche se la vita non è più la stessa non si deve soffocare la speranza , perché essa
ci incoraggia ,ci rincuora , ci solleva
registrando un globale mutamento mentale , che induce i motivi
interiorizzati nascosti a venire
alla luce , tenendo conto della necessità di un’apertura
spirituale .
La mente è la facoltà dell’intelligenza , dell’intelletto ,
filtro dove passa un patrimonio di conoscenze , ricordi acquisiti nella vita
,emozioni e sentimenti ,quindi nel giusto equilibrio psicologico si può
dominare la realtà agendo su di essa , eliminando volontariamente
parte della sofferenza che attanaglia l’anima .Credere a ciò che
si fa , è un impulso spontaneo , frutto
di un insieme di mille altre cose ,che si formano e nascono dentro di
noi.
Concludo , dicendo che anche
se le certezze sono davvero poche , bisogna preoccuparsi di analizzare ,
vagliare a fondo quali verità e quali menzogne sono contenute nel bagaglio
delle nostre esperienze.
.Non
dobbiamo meravigliare più se
tante cose ci sfuggono nell’esistenza della vita quotidiana , di certo si
è capito una cosa , che con estrema volontà si può uscire dal dolore ,
nel ricordo di chi si ha amato,
e che la dipartita di un figlio creduto perduto dalla madre , a Lei resta
legato per tutta l’eternità.
C’è chi vuole credere ancora in DIO !
A sempre Giorgio Penzo