Sommario

 

Mi chiamo Savina Boffo , e sono una mamma che, come tante di voi ,purtroppo, ha perso una figlia di vent’anni .

Cercherò di fare un piccolo riassunto della nostra odissea . Eravamo una famiglia molto felice , mio marito era da poco in pre pensionamento ,Cristina mia figlia più grande di ventiquattro anni lavorava alla Coin di Mestre come impiegata , Simonetta di diciannove anni frequentava presso il Liceo scientifico Marin di Mestre il V° e ultimo anno .

Era una ragazza meravigliosa piena di vita , sempre allegra e sorridente e sempre disponibile , con gli amici e le ragazze della sua età . Aveva una simpatia più forte per Andrea , un ragazzo che frequentava l’università . Quella sera tornando da una festa si è sentita un dolore al petto. Era spaventatissima Lei che non aveva mai avuto niente .Cercai di calmarla come tutte le mamme , dicendole che forse aveva preso un colpo di freddo , però verso mezzanotte la portai al pronto soccorso di Mirano (VE) , dove ci consigliarono di fermarci per farla vedere l’indomani dal professore ………

Passammo una settimana di esami per poi passare all’ospedale di Padova , per la diagnosi . In conclusione alla mia Simonetta fu diagnosticato un piccolo linfoma . Per noi era tabù. Abbiamo chiesto spiegazioni , ci avevano tranquillizzati dicendo che non era niente di grave , era una malattia curabilissima , con dei controlli periodici .

Cominciarono una cura che la faceva stare molto male . Nessuno di noi sapeva cosa fosse , ma per fortuna dopo tre giorni di terapia le fecero i raggi . Al mattino il professore molto sorridente ci comunicò che Simonetta era guarita , e poteva tornare a casa . Io corsi subito nella cattedrale di S. Antonio dove tutti i giorni mi recavo a pregare, per ringraziarLo..

Tutti a casa felicissimi. Essendo il mese di Giugno partimmo per il mare di Cesena , ad Agosto per la montagna di Levico di Trento . C’era in noi molta serenità. Purtroppo il sorriso della serenità si spense molto presto . A Levico Simonetta era spesso stanca , con qualche po’ di febbre , chiamammo il dottore del paese , che ci rassicurò dicendo che aveva un po’ di influenza , causata dai troppi bagni fatti nel lago .

Ero terrorizzata ,telefonai all’ospedale di Padova chiedendo subito un appuntamento con il professore …mi rispose di stare tranquilla , io mi misi a piangere per l’angoscia che mi affliggeva ,lui commosso mi fisso un appuntamento . Simonetta era un po’ spaventata , ma noi con il nostro amore cercavamo di tranquillizzarla. La diagnosi fu molto crudele ,la piccola macchia che aveva nel timo era riapparsa . Il professore cercava di darci speranza dicendoci che con una cura un po’ più forte , sarebbe guarita perfettamente . Simonetta pianse molto , sapeva che con questa nuova cura avrebbe perso i suoi lunghi e ricci capelli . La cura iniziata dava scarsi risultati .

Simonetta continuava a star male .

Decidemmo di metterci in contatto con una clinica privata di Cannes , per un consulto . Partimmo con tutti i documenti clinici pieni di speranza , anche perchè non abbiamo mai saputo che questa malattia poteva essere mortale ,nessuno mai ci aveva informato . Il consulto fu fatto , il Professore di Cannes ci rassicurò che non era niente di grave , per loro si trattava poco più di un raffreddore , e che le cure fatte a mia figlia a Padova erano tutte sbagliate e dannose . Dimenticavo di dire , che in quel periodo io feci un pellegrinaggio da sola : andai a piedi da Spinea (VE) fino a Padova da S. Antonio .

Partimmo subito per Cannes , in Francia , dove cominciarono una nuova cura ,risultato ; un fallimento . Cambiammo subito ospedale , questa volta a Nizza all’ospedale di Lacassagne , un grosso centro oncologico . 

La diagnosi fu molto dura . Simonetta aveva venti probabilità su cento di uscirne viva. Continuava ancora il nostro calvario , ma con tanta fede pregavo continuamente Dio di aiutarla . Simonetta dopo una settimana recuperò forza e coraggio , dopo dieci giorni fu dichiarata fuori pericolo . In quei tristi giorni molti dei miei parenti che nel frattempo erano venuti in Francia , se ne tornarono a casa , la mia vita non basterà per ringraziarli .

Rimase solo mia figlia Cristina che non volle andarsene . Il sacerdote della clinica ci trovò un piccolo alloggio , eravamo un po’ più tranquilli , io pregavo sempre molto piansi tutte le mie lacrime , sebbene fossi molto ottimista . Eravamo ai primi di Aprile 1987 , Simonetta volle venire a Venezia dove eravamo alloggiati : l’albergo era semplice ma molto bello con un grande giardino pieno di palme e tante piante , dove però io non dormii mai .Mai lasciammo sola nostra figlia , nè a Padova nè in Francia .

 

Il sabato prima delle domenica delle Palme , Simonetta , cominciò ad essere nervosa , e non si sentiva bene diceva che faceva fatica a respirare .Cristina quella notte non volle andare all’albergo voleva restare con noi , io non capivo il perché , così restammo tutti e quattro . Verso le ventitré chiamai il medico perché Simonetta non riusciva a dormire era troppo agitata . Egli con tranquillità le fece una iniezione , e mia figlia si addormentò per non svegliarsi più , nella notte entrò in coma ….è troppo forte non posso raccontare di più . La portammo a casa con l’autoambulanza . Il mio cuore era fermo , non potevo parlare , nè respirare , nè pregare , non volevo capire .Ero seduta vicino alla mia bambina che dormiva ,era così bella , non poteva finire ,non era giusto, Dio non poteva fare questo !

Eravamo a Savona sull’autostrada , la polizia stradale ci fermò , non si poteva passare , un grosso incidente bloccava la strada , e non c'era altra via . L’ossigeno che teneva in vita mia figlia finì , così anche la vita di Simonetta finì ,in una splendida domenica di sole . La domenica delle Palme alle ore quindici del 1987 . -

I mesi che seguirono furono tremendi, mi sembrava di vivere in un altro pianeta ,era un incubo o un brutto sogno , invece era la triste realtà . Nessuno poteva capire la mia disperazione , niente e nessuno aveva più importanza per me , né mio marito né mia figlia Cristina . Cieca nel mio dolore non riuscivo a vedere il loro , quanto male feci ai miei cari senza volerlo. Il mio unico pensiero era morire . Odiavo Dio per quello che mi aveva tolto , Lo invocavo perché mi facesse morire , ma Lui fu attento al mio dolore ma non alla mia supplica .

Non potevo averla persa la mia Simonetta , cercavo dei libri che parlassero di esperienze come la mia , mi misi in contatto con altre famiglie sfortunate , ma le loro parole erano per me come acqua che scorre via . Io cercavo Lei mia figlia .Dopo un lungo e interminabile anno , tramite una mia cara zia venni a conoscenza di una persona , che per mezzo di un registratore riusciva a parlare con l’al di là . 

Non ci pensai due volte mi misi subito in contatto con questa persona che si chiama Adriana Scaficchia , e abita tutt’ora a Favaro Veneto di Venezia .

Adriana mi fissò un appuntamento , e mi recai da lei con mio marito , e così ci conoscemmo . Adriana è una persona molto sensibile , ma non aveva nessuna intenzione di farmi una registrazione . Voleva solo conoscermi per parlare un po’ con me . Poi vedendomi così disperata accettò .

Io pendevo dalle sue labbra e non riuscivo a capire come lei potesse tramite il registratore parlare con mia figlia .Ci sedemmo e lei cominciò a registrare . Io e mio marito naturalmente non sentimmo quasi niente , e le poche frasi che Adriana pilotava , non mi dicevano molto , ma io volevo credere che là ci fosse la voce di mia figlia perciò ascoltammo in silenzio fino alla fine . Quando salutammo la mia Simonetta e anche mio marito disse ciao, lo facemmo per rispetto di Adriana che si prestava tanto per noi , ma non per convinzione , la risposta fu : " Tu sarai sempre il mio attore " . Io e mio marito ci guardammo piangendo ,dissi :Simonetta sei veramente Tu ! Adriana non poteva sapere che mia figlia attaccatissima al padre gli diceva sempre : Tu sei il mio attore .

Allora capii che la mia Simonetta aveva veramente inciso la sua voce , in quel registratore . Tornammo a casa talmente sconvolti che non ci sembrava vero .Passai giorni e notti sopra quel registratore senza mai percepire parole . 

Assillavo Adriana per telefono per avere tramite lei dei messaggi di mia figlia . Meravigliosa Adriana sempre disponibile non riusciva mai a dire di no , per me era come avere un po’ di Simonetta .

Io continuavo a registrare senza sosta , finalmente un giorno dopo mesi e mesi di duro lavoro , una mattina mentre ascoltavo la mia audio cassetta , sentii un " ciao " e poi " mi senti Ciao ". Non riuscivo a credere a quello che sentivo , ma era vero ! Finalmente avevo fatto il contatto , ed era proprio la voce di mia figlia che mi parlava . Girai e rigirai quel nastro non so per quanto tempo .

Cambiò poco in me , io ero troppo egoista volevo Lei . Non mi bastava la sua voce ,volevo ancora lei ! Ma la realtà era che Lei non c'era più . Dovevo accettare il mio destino . Ora a distanza di quattordici anni dalla sua dipartita , sono più serena e continuo a registrare e, anche se riesco a capire poco , quel poco mi dà tanto . Adriana la mia maestra , assieme a suo marito sono i coordinatori del gruppo di ricerca che si chiama Cerchio Verde ,dove la porta è aperta a tutti . Noi del Cerchio siamo molti , mamme, papà, , mogli , e mariti ,figli e sorelle ,con esperienze molto tragiche. 

Ci troviamo tutti i martedì di ogni mese , stiamo molto bene assieme , parliamo un po’ di tutto . Premetto che per me niente è come prima . Ma quando riesco a dare conforto ad una mamma colpita dalla mia stessa esperienza , appena arrivata al Cerchio , allora mi sento più forte. meno fragile e spesso riesco persino a darle dei suggerimenti su come registrare per comunicare da sola con i suoi cari. .

Grazie alla meravigliosa amica Adriana e al Cerchio Verde .-

 

 

Bobo Savina .