Quante volte hai teso la mano
e fanciulla, mi allontanavo
per l'orgoglio del mio essere.
Calpestavo la tua vita ,
per creare la donna che nascondevo
senza capire la sofferenza.
Quante volte sei caduta
e forse, non ti ho mai rialzata.
Quanto spazio nel mio nuovo mondo
consumando gli attimi del tuo passato .
Il tuo sorriso
faro nella nebbia , per guidare la mia nave,
ma alla deriva continuavo.
E continuo,
ora che non sei pił qui.
Cerco il tuo dolce sospiro,
ascoltando il lamento in una canzone antica.
Tendi ora la tua mano, per me,
e asciuga le lacrime che bagnano il mio volto,
ormai adulto.
(Patrizia Frizziero)