Mi chiamo Patrizia,
voglio portare questa mia testimonianza per far capire quanto importante è per me il Cerchio Verde.
La mia, forse, può sembrare una storia banale soprattutto per chi non mai avuto a che fare quella maledetta bestia che si chiama depressione.
Quando approdai al Cerchio ero una barca alla deriva.
Stavo sopravvivendo ad un periodo talmente duro da farmi odiare la mia esistenza e chiunque potevo avere vicino.
In quel periodo è mancata mia madre, l'unica persona che era a conoscenza del mio problema che se non accettavo l'aiuto di nessuno lei riusciva a starmi vicina lo stesso.
Soffriva da anni di diabete ma nessuno pensava che quel maledetto giorno lei ci avrebbe lasciato in tre minuti a causa di un infarto.
In quei pochi minuti vedevo gli occhi di mia madre e la sua espressione cambiare come se dovesse trasmettermi o dirmi qualcosa e questo dubbio è rimasto dentro di me per anni.
Non riuscivo neanche a piangere, forse nemmeno a soffrire perché ero IO "morta" dentro.
Poi ho trovato la forza di uscire da quel "buco nero", con tanta volontà di aggrapparmi a quella mano invisibile che mi tirava verso l'alto. Forse un angelo? Forse mia madre?
Mi guardai attorno e scoprii il Cerchio: un gruppo di persone diverse ma unite dal dolore per la scomparsa di figli o parenti, che riescono a ritrovare grazie ad Adriana e al suo registratore. I loro cari hanno sempre una parola di conforto, un messaggio da mandare, una risposta a tutto e un gesto per asciugare quelle lacrime che continuano a scendere.
In mezzo a questi amici anche io ho trovato di nuovo il sorriso e la cosa più importante: quella risposta che mamma non riuscì a darmi quel giorno.
Grazie mamma e grazie amici del Cerchio.
Patrizia Frizziero.