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Entità:
Un attimo, per poter recepire i vostri sentire.. .C’è un po’ di irruenza, e un po’ di rabbia, ma ora passa. Stiamo assieme con serenità e iniziamo un dialogo. Vorrei impostare questo incontro con una vostra richiesta ben specifica.D— Volevo chiedere se è possibile ottenere la pace in terra con i mezzi umani, e con tutti i nostri limiti.
"Ci sono dei testi che portano degli scritti futuri, e dicono che ci sarà questa pace, però io faccio notare anche che tu hai detto limiti. Come può un essere umano che è limitato, essere in pace con se stesso e con tutti? E poi, pensate voi, se tutto andasse bene. Che poi, cosa vuoi dire bene? Quanto piatto sarebbe il mondo. Quanta poca lotta ci sarebbe per arrivare a qualcosa, a conoscere e vivere. Quante poche volte ci sarebbe quella piccola felicità assaporando momenti sereni. Penso che la tua domanda, nel generale sia un po’ utopistica. La pace, ognuno se la deve trovare individualmente, la puoi trovare incarnando, la puoi trovare nella dimensione. Ma fintanto che la terra sarà uno strumento per alcune incarnazioni, o così, o meglio, o peggio, l’uomo porterà avanti le sue esperienze."
Domanda: Potresti, per cortesia, spiegare ai fratelli, che ci sono anche altre motivazioni per cui la terra è come tu hai detto, come ad esempio...
"Vedi caro, allargare il discorso non vale la pena. Lo ho risposto in sintesi a ciò che il fratello ha chiesto. Se nessuno ha posto la domanda, vuoi dire che non ha necessità di spiegazioni, vuoi dire che anche il mio esprimermi, non arriverebbe a comprenderlo perciò, lasciamo il discorso come sta. Diciamo che, in generale, la terra serve come esperienzialità dello spirito. Alla pace assoluta la terra, come pianeta, non arriverà. Ho detto assoluta eh?"
Domanda : Scusami, non è che voglia insistere per niente, è soltanto che molti si potrebbero chiedere: "Ma se la terra è in evoluzione, noi cerchiamo di migliorare, tutti cercano di migliorare, ci si può creare il dilemma: ma allora esiste o non esiste l’evoluzione della terra ?"
"Certo che esiste. Ma non esiste l’evoluzione della terra, esiste l’evoluzione del singolo. La terra è una forma statica, una forma ferma. Di conseguenza, il vivere dello spirito dà, più o meno, evoluzione. Ci sono dei punti della terra che si possono definire molto evoluti, ed ecco perchè ci sono dei sentire, ci sono dei fratelli spiriti incarnati, che hanno una conoscenza di come si può mettere in atto e vivere certi sentimenti, certi principi, nelle leggi di Dio. In alcuni punti della terra invece no. E allora messo nell’insieme il discorso, non è la terra che si evolve, sono gli elementi. Come qui, che c’è un gruppo che, per una corrente di pensiero, si incontra per ascoltare ciò che e ‘è di meglio, ciò che un umano può dire e può esprimere attraverso noi, che veniamo ad informarvi. Allora si potrebbe dire che qui c’è un po’ di evoluzione, perchè solo nel conoscere e ‘è una predisposizione per migliorarsi."
D- Ma allora, che significato hanno le aggregazioni umane se non
ci si può aggregare per ottenere un miglioramento comune. Non dico dal punto di vista materiale, ma dal punto di vista spirituale, che senso ha aggregarsi se poi l’evoluzione dello spirito è un fatto individuale?
—"Perchè come evoluzione interiore, lo spirito il cammino, se lo fa da solo, per l’autoriconoscimento. Però lo spirito come intelligenza e come energia, niente può fare, se non si aggrega ad altri fratelli incarnati o non. Questa è una legge che serve nello spazio, nella dimensione dove noi viviamo e nello spazio materiale dove voi vivete. L’aggregazione è necessaria per fare
il confronto, è necessaria per confrontarsi, per misurarsi, per vedere dove si arriva e come ci si arriva. Allora, lo sviluppo e l’evoluzione è individuale, ma necessita
l’aggregazione. Questa è una legge indispensabile per tutti, anche nella dimensione, nessuno può vivere senza l’altro. Uno non dipende dall’altro, si vive assieme, amandoci di quell’amore di cui diceva prima la sorella: vita è amore. Vita può essere materiale, può essere spirituale, può essere intesa nel modo più confacente alle necessità individuali di ognuno di noi. Perché io posso anche non incarnare. Posso essere qui, vicino a voi e vivere le vostre esperienze per farle mie. Anche questo è un cammino evolutivo.
D- Alle persone che non credono nella dimensione, che non credono in un qualche cosa di superiore, cosa succede?
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"Ma vedi sorella, ci sono dei fratelli che non credono in Dio, che non credono nell’esistenza dell’aldilà, e si comportano più spiritualmente di qualche altro. Allora io dico a questi, dico a voi: non ci badate. Ha importanza come vive questo fratello. Una volta nella dimensione, inevitabilmente deve credere, perchè si trova spirito, e deve credere che dopo di lui c’è sempre qualcosa di più. Di più come fratelli, come tutto, come essenza, come Dio".D- Volevo dire, vive male poi nella dimensione?
— "Ma non lo credo. Probabilmente il fatto che uno dica di non credere in Dio è un sentire un po’ in sofferenza fintanto che è incarnato. Una volta che lui disincarna, inevitabilmente deve prendere consapevolezza di questo perchè è nella naturalità dello spirito."
D— Volevo sapere, come si può capire o sviluppare il sentire personale, nel senso di capire sempre di più le varie dimensioni o le varie evoluzioni della propria persona?
— "Vedi anche questa potrebbe essere una cosa individuale. Ci sono delle persone che si ritirano nel proprio se per scoprirsi, riscoprirsi e trovare, come dicono alcune dottrine orientali, l’illuminazione. Io penserei invece, proprio nei limiti umani come diceva prima il fratello, che l’importante sarebbe capire il nostro agire in questa vita, e facendo quel
qualcosa come movimento di vita, riscopri come un boomerang, che non nuoci a nessuno, e attraverso questa libertà che non togli agli altri, scopri che questo ti dà una gratificazione, non una gratificazione pratica ma una conoscenza interiore del tuo spirito. Allora veramente c’è questo spirito che bussa alla tua porta dell’io, e ti dice «va bene così", oppure ti dice "controllati che così non, va". Bisogna, imparare ad ascoltare quando viene
bussato a questa porticina, invece tante volte non l’ascoltiamo. Solo attraverso questa intuizione che abbiamo, che avete, già dalla nascita come medianità intuitiva, solo attraverso questo, potete percepire il vostro credo, il vostro sentire. Non è facile essere sopra le parti, non è facile essere sopra alle necessità umane, però sarebbe anche bene poter controllare alcuni istinti, alcune reazioni. Sarebbe bene sorridere di più, sarebbe bene, quando stringete una mano a qualcuno, dargli una stretta di amicizia. Amicizia, imparate questa parola. Solo così puoi scoprire. Sai, alcuni si limitano ad andare in un eremo, si limitano ad andare in un convento, perchè credono che così rincorrono prima di noi Dio, ma rincorrono solo se stessi. Questo superamento dell’io va anche al di sopra della religione. Prende la religione come un alibi per gratificarsi. Io dico, restiamo nelle piccole cose, vediamo come agiamo nelle 24 ore della nostra giornata, vediamo un momentino come possiamo migliorare. Così ti puoi scoprire. Nessuno chiede di essere. un eroe: nelle piccole cose ci sono le grandi cose, e soprattutto le più semplici."
D— Vorrei ritornare un attimo all’ ateo. Io penso che il vero ateo non è in sofferenza, è un essere che in sè è armonico, e soltanto in questo tipo di vita ‘non avverte questo tipo di necessità del Dio, della protezione. E’ un soggetto che potrebbe essere uno spirito di alta levatura, di alta evoluzione. Quindi il vero ateo, secondo me, non è in sofferenza. Non è necessario, in terra, fare la ricerca di Dio, perchè proprio come hai detto tu, una volta che noi torniamo in dimensione, rimane un fatto che per se è scontato. Il fatto stesso di riconoscersi come spiriti, già porta a questa proiezione di una apertura di recezione molto più ampia. Quindi il vero ateo è un modus vivendi, cioè è un sistema di vita che può essere estremamente puro, come hai, d’altra parte, anche tu spiegato.
Ti ringrazio per questa puntualizzazione. Se prima mi sono espressa così, vorrei puntualizzare perchè mi sono espressa così. Lo intendevo la sofferenza, non in quanto sofferenza, come intendete voi, però il più delle volte nella mente di quell’ateo c’è una lotta. Una lotta fra credere e non credere. -Allora siccome la voce arriva prima del cuore, lui dice «sono ateo", ma il suo comportamento è da’ credente. Sotto questo senso ho voluto dire sofferenza. Non sempre l’ateo è tranquillo come dici tu; afferma che non esiste Dio e solo affermandolo può dire che esiste. Questo volevo dire. Ci sono alcuni, invece, che si ritengono atei, materialisti che rimangono tali, e poi si ritrovano, come ho detto poc‘anzi. Però alcuni, invece, sono combattuti con il proprio se , però fanno più presto a dire il contrario del positivo. Perciò sono in lotta con se stessi. Era questo il tipo di sofferenza a cui accennavo."
"Vorrei prendere un argomento io, se me lo consentite."
"Ero presente l’ultima lezione letta, sulla libertà. Vi ho ascoltato e qualcuno di voi ha tirato fuori il discorso sulla paura. Era stato detto che sarebbe stato un argomento da trattare, speravo che qualcuno di voi lo tirasse fuori, comunque se permettete, vorrei farvi la mia disquisizione, E poi iniziare con voi qualche scambio di idee.
Pensate che la paura non è un sentimento al cento per cento umano. La paura fa parte dell’integrità di una decadenza, diciamo di un fallo, dello spirito che sta iniziando il cammino della conoscenza. Ha paura, paura della propria condizione, ha paura di iniziare un cammino; è incoraggiato, si lascia guidare perchè vuole migliorare. Inizia. Questo spirito ha paura, paura di far nascere quella materia, ha paura nel momento del nascere, vorrebbe tornare indietro. Molti spiriti non hanno avuto il coraggio di andare avanti e sono morti al momento della nascita o prima. Ci sono alcuni che tirano fuori la volontà di evoluzione, ed ecco l’inizio del cammino dello spirito. Poi c’è, nel momento della consapevolezza dell’io, quando uno spirito incarnato, che non ha più padronanza al cento per cento di questa materia, c e una mente che fa dire alla materia "io sono", ed ecco la paura.
In questa mente forte e debole, in questa mente che si lascia guidare e guida. Ha paura di mostrarsi nel mondo, ha paura dei primi contatti, però la volontà è più forte. Man mano che si vive, si ha paura di vivere, si teme la vita, si temono le malattie, si teme la morte. Ed ecco che questa paura ti accompagna, non sempre la controlli. Vedete i sentimenti di cui si è parlato l’altra volta ‘(la libertà,) anche quelli fanno parte del mondo dello spirito come quelli del mondo materiale. Così anche questa paura. Però, per fortuna, c’è una mente controllabile, una volontà che controlla la mente. Ed ecco che si può vincere, si lotta con se stessi, si lotta con questa paura; ma se facciamo un esame di coscienza,, abbiamo paura di tutto."
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D— Ecco io volevo chiederti questo. Tu dici che uno cresce sempre con la paura, con la paura delle malattie, della morte. lo, ho perso una persona, e prima io avevo tanta paura delle malattie, della morte. Adesso mi trovo a volte a pensare e a sfidare la morte, cioè mi trovo a dire che sono fortunati quelli che si trovano nel momento di passare di là. Però questo vale solo per me stessa perché vedi, io ho paura per chi mi sta vicino, per i miei figli io ho tanta paura che le malattie, che qualcosa li attacchi. Però per me stessa io non ho più paura. Prima io avevo tanta paura. Il fatto di aver perso un qualcosa che prima mi faceva stare qua. volentieri, cioè vivevo la vita con tutte le paure appunto perché io stavo bene qua, volevo stare qua; adesso mi trovo ad invidiare chi va di là, non so perché mi succede questo; io sfido la morte.
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"Ma è facile la risposta: perchè tu sai di avere un tornaconto. Anche questo tuo modo d’essere è un modo creato un po’ per un tuo tornaconto. Però tu temi comunque per i tuoi cari, perchè tu sai invece che se dovessi andar di là troveresti chi ti manca, e allora è solo un tuo tornaconto."D— Dicevi prima che alcuni hanno paura di quello che devono affrontare
— "Hanno paura anche di amare, sorella. Molta gente ha paura di amare."
D— Si, hai ragione, paura di amare, ma anche paura di quello che devono affrontare e cercano in tante maniere di ribellarsi, perché hanno la volontà di continuare per potersi evolvere, perché sanno che quello è il loro cammino per un’evoluzione, però hanno paura di quello che devono affrontare, di quello che stanno affrontando, paura che tramutano in rabbia. Il loro comportamento allora non è più normale come tanti fratelli che vivono la loro vita qui da incarnati, e si ribellano contro tutto e contro tutti. E’ una forma di paura anche quella.
— "Cercano un capro espiatorio per rifugiarsi e per farsi un alibi. Però prima ho anche detto, che meno male che la mente è controllabile, si può vincere, si può lottare con questo senso interiore che ci portiamo già dalla nascita. Guai se non ci fosse, diciamo tra virgolette, "quell’égoismo, quell’arrivismo dell’io" che fa vincere la paura per arrivare, arrivare, arrivare. Guai se non ci fosse questo, l’essere umano sarebbe piatto, non avrebbe senso, non avrebbe motivo di lottare, si richiuderebbe come un riccio, e aspetterebbe la fine."
D— Perciò come dicevi tu, è una forma di lotta per poter terminare quello che avevano cominciato.
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"Ma vedi questi sono sentimenti che si passano transitoriamente, non sempre, non è tutta la vita accompagnata da questo. Ci sono dei momenti, poi li superi perchèappunto li controlli. Sei arrivato, poi vuoi arrivare più avanti, poi ti fai dei programmi, li temi questi programmi, poi reagisci e vai avanti. Ti costruisci un futuro mentale e
attraverso questo futuro ti viene la forza di superare la paura di tutto, ma non è tutta la vita così. Dicevo prima, sono soltanto dei momenti, fintanto che non controlliamo la
nostra mente. Diceva un grande maestro:"Non fatevi condurre dai fantasmi della vostra mente. " Sono parole su cui riflettere."
D- Devo chiederti, se secondo te, non ci sono spiriti di prima incarnazione che vengono in terra non necessariamente perché hanno peccato?
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"Ma vedi, l’incarnazione non è conseguenza di colpe. L’incarnazione è per una scelta, e la scelta potrebbe avere grandissime diramazioni, dobbiamo imparare che nessuno è colpevole dove siamo. Ricordatevi fratelli, le colpe nella dimensione non esistono, non c e inferno, non c e paradiso. Ognuno è nel suo modo d’essere. Ognuno è completo in se. Perchè così Dio vuole. Se vogliamo dire "Dio", come una cosa che guida, poi se prendiamo l’Iddio, capirete che questo Iddio fa parte di voi, e se fa parte di voi, non può avere colpe e non può essere in colpa per niente. Non si può colpevolizzare un fiore che non è ancora sbocciato."D— Io volevo fare una domanda. Allora Dio, me lo sono chiesto da tanto tempo, e l’insieme del bene? Il bene tutto insieme si chiama Dio?
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"Dovremmo andare al di là della parola "bene". Perchè per dire "bene", c’è anche un contrapposto che vuoi dire "male". E dove siamo noi, non ci sono contrapposti su niente. Dio è, e Iddio fa parte di noi. Se io dico che esiste il bene, contraddico la posizione di prima, perchè allora vuoi dire che esiste il male e che ci sono dei fratelli in colpa, ma non è così. Dove vivo io, non c’è ne bene, ne male, c’è un sentire unico, e un essere che guida tutti questi sentire, noi sappiamo che c’è. Sappiamo che va al di là delle nostre sensazioni. Ma non sappiamo dov’è. Sappiamo che se non lo cerchiamo, stiamo male. Sappiamo, che se non crediamo, non viviamo. Sappiamo, che se non lo cerchiamo dentro di noi, non siamo il sentire di tutto. Questo è Iddio. E se questo tu vuoi chiamarlo "bene", dagli la definizione che vuoi, ma sempre in termini materiali, non in termini spirituali."
D- Allora, amico, in terra esiste il male? E c’è qualche cosa di negativo? Questo è stato creato dagli uomini oppure... Chi ha messo il male in terra? Tu dici che esiste solo il bene?
"Non ho detto che esiste solo il bene. Vi ho detto che se parliamo di bene,parliamo anche di male, perchè in terra è il contrapposto in tutto. Pérò ti posso anche dire, come intendi tu il male?"
D— Male, se una persona qui non si è comportata....
"Chi definisce questo, chi giudica i giudici?"
D— Ah, non lo so. Volevo appunto chiederti, credevo che qualcuno giudicasse. Dio giudica?
— "No, fratello."
D- Allora siamo tutti uguali quando siamo su?
"L’ho spiegato prima, che se noi cerchiamo di capire, che l’Iddio siamo noi, è in noi, nessuno giudica. Certo che qui in terra, lasciandoci condurre dalla mente, come accennavo prima, ci sono dei comportamenti errati per qualcuno, ci sono dei comportamenti come l’omicidio, che sono aberranti, ma voi dovete pensare, non per quello che viene ucciso, dovete pensare per quello che uccide. Povero lui. Dovremmo pregare, aiutare quell’essere, perchè veramente è un fiore che non è sbocciato.
Però sai, sboccerà, e sboccerà nell’attimo, nel momento stesso che tu sboccerai, avendo la consapevolezza che non si può uccidere e questa è la giustizia, se vuoi dire, di Dio. Questa è la meravigliosità della fraternità che Dio da a tutti, perchè nel non tempo spazio, ognuno arriva e non arriva. Arriva per l’eternità in quel punto di ricerca. Io, come quel fiore che non è sbocciato. E allora, attraverso questo, ti chiedo: dov’è il male? Dov’è il bene? Cosa vuoi dire?
Non giudicate fratelli. Non guardate l’esteriorità della vita. Non affannatevi nei credere che potreste migliorare il mondo. Guardatevi vicino. Aiutatevi tra di voi. Amate i vostri cari. Questo è un cammino evolutivo. Amate gli altri per come sono. Non amateli per come vorreste che fossero. Amateli nei loro difetti, nei loro pregi, che sono misure individuali. Cosa vuoi dire pregi e difetti? Ognuno ha il suo metro di misura nel giudicare, nel dolore, nella felicità. Ognuno ha il suo metro. E allora fratelli non giudicate mai. Non giudicate ciò che è male e ciò che è bene, siate solo sereni. Se vi lasciate condurre da questo sentimento, arrivate capire, cosa vuoi dire male. Ma cosa vuoi dire?"
D- Fratello, prima tu hai detto che uno spirito, una volta disincarnato, è completo in se stesso e sta bene dov’è. Perchè, quando sono in medianità, ci sono degli spiriti che sono in sofferenza? E questo me lo sono sempre chiesta, ma senza darmi una risposta. Perchè io li vedrei che stanno bene, ma perchè allora qualcuno viene che sta male, che piange, per esempio?
—" Sorella, mi sono spiegato male, prima. Quando dico che uno spirito, ognuno nella dimensione, è nella sua posizione evolutiva. Non ho dato misura di bene e di male. Ognuno è, ma essere non vuoi dire essere tutti all’evoluzione che intendi tu. Ognuno è completo nel suo modo d’essere. Poi succede, che in questo sistema, come definite voi, e qualche fiore che non sboccia, ed ecco che c’è la possibilità medianica di farlo sbocciare. E vengono qui per conoscere. Vengono qui per capire. E noi dobbiamo aiutarli, perchè hanno bisogno di questo."
D- Sono di solito un aiuto anche per noi. Grazie.
"Perché fratello, quando siamo incarnati, poca gente si avvicina alla
spiritualità come adesso io, avendo subito una perdita. Pensando che non doveva essere finito tutto, ragionando da sola, con la mia mente, ho capito che non poteva essere cosi. Non conoscendo niente della materia, niente dello spirito, essendo un essere umano, e
guidata dalla mia mente, io pensavo che fosse tutto qua, che tutto quello che si poteva
avere fosse qua. Dopo, avendo perso una persona, ho pensato che non doveva essere così, ci doveva essere qualche cos’altro. Ed ho scoperto che c’era il tutto fuori dalla vita che
conduciamo qui in terra. Perché pochi riescono a percepire questa cosa, prima di arrivare di là, dove è naturale che ognuno si renda conto del proprio io, di quello che è? Qua c’è poca gente.
—"Ogni spirito quando incarna, sa che va incontro alla morte, e ne è felice. Quando
prende possesso della materia, la prima cosa che viene a percepire, come verità assoluta,
è la propria morte della materia. Ed ecco la paura. Però fintanto che ci costruiamo
il nostro avvenire, la nostra famiglia, i nostri figli, che li vediamo crescere, sono belli, tranquilli, ci costruiamo un avvenire, un po’ economico, nella serenità. Non sappiamo fuori della porta cosa succede. Sappiamo che esiste la morte. Sappiamo che la morte ha bussato alle altre porte, ma non da noi. Però vedi, quando ci tocca da vicino, il proprio caro lo si vuoi cercare comunque, ed ecco la motivazione della ricerca. Molti di voi, si avvicinano a questa conoscenza solo attraverso la motivazione, perché se il mondo fosse sempre nella tranquillità, nessuno cercherebbe se stesso. L’egoismo umano porterebbe solo alla ricerca di agi, di viaggi, di tranquillità, di serenità. Non cercherebbe neanche l’amicizia, non cercherebbe l’aiuto da dare agli altri, perchè non ha tempo. Solo attraverso la sofferenza c’è una maturazione interiore, una conoscenza, e una sensibilità di certi valori.
Ed ecco che scatta questa ricerca. Noi lo sappiamo che la maggioranza, arriva attraverso questa esperienza, però credetemi, prima o dopo, è solo questione di tempo, tutti dovrete venire qui. E solo quando sarete qui, capirete quanto fasulla, quanto aberrante sia stata la paura di morire. Però, questa paura, vi ha portati a conoscere, a incamminarvi in un cammino di conoscenza spirituale che prima era negato. Era addirittura chiuso nella vostra mente, perchè lo -rifiutavate. Perchè tanto, succedeva sempre agli altri. Ed ecco il cammino, ed ecco la conoscenza, ed ecco l’evoluzione. Spero di essermi spiegata. Io vorrei dire a tutti: siate sereni, anche quando vi potete incontrare per bere un caffè. Siate allegri, perchè solo attraverso l’allegria vi rendete simpatici e vi circonderete di amicizie. Siate equilibrati, perchè nel vostro equilibrio, gioca l’equilibrio di chi vi sta vicino. Siate sereni con voi stessi, perchè la vostra serenità imbellisce l’anima e dà una luce di splendore al vostro viso,
alle vostre sembianze ed. illumina chi vi sta vicino. Solo così,potete organizzare la vostra vita, qualunque sia il cammino e gli intoppi che la vita vi riserva. Solo così si vive con dignità."
D- Fratello, ringraziamo il Bene. A sempre.
- Shalom.
D- Shalom.